La Guardia di Finanza guarda su Facebook

 Ad affermarlo il comandante generale del Corpo, Giorgio Toschi, nell’ audizione presso la commissione parlamentare di vigilanza sull’ anagrafe tributaria.

I controlli della Guardia di finanza saranno innescati anche da visure effettuate sulle pagine Facebook o di altri social network, dalle quali i militari potranno dedurre tenori di vita e capacità d’ acquisto incompatibili con quanto dichiarato e pagato all’ erario. Come pure sui siti della cosiddetta «sharing economy», quali per esempio l’ offerta online di case vacanze da parte di privati. Nel mirino evasione fiscale, riciclaggio di proventi illeciti, finanziamento al terrorismo, contraffazione e pirateria audiovisiva. Le Fiamme gialle hanno recentemente costituito una vera e propria task force di uomini dedicati a un «sistematico, strutturato e permanente monitoraggio della rete, con l’ obiettivo di individuare tracce di fenomeni di illegalità economico-finanziaria commessa sfruttando il web».

Ma i militari del fisco non dovranno fare tutto da soli. Ad affiancarli ci sono anche alcuni applicativi informatici, come quello predisposto per la stagione estiva, che ha consentito di estrapolare i dati di interesse presenti su alcuni siti di intermediazione di case vacanze, per poi incrociare questi elementi con le banche dati degli enti locali e con i redditi dichiarati dai locatori. Una nuova modalità di indagine che ha già portato i primi risultati, come per esempio l’ operazione «Venice Journey», condotta dal Comando provinciale della laguna. A finire sotto la lente sono stati i gestori di oltre 100 appartamenti a scopi turistici, totalmente sconosciuti all’ erario e alla banca dati municipale sull’ imposta di soggiorno, con il recupero a tassazione di 2 milioni di euro ai fini delle imposte sui redditi e di 200 mila euro di Iva evasa.

Durante l’ audizione sono stati forniti i dati aggiornati relativi alle attività di prevenzione e contrasto dell’ evasione per l’ anno 2016. Volano i ravvedimenti sulle violazioni fiscali già formalizzate a seguito di un controllo della Gdf. Nei primi sei mesi dell’ anno le regolarizzazioni spontanee dei contribuenti dopo la constatazione delle irregolarità tramite il pvc sono balzate del 50%. Con la riforma del ravvedimento operoso operata dalla legge di stabilità 2015, infatti, il legislatore ha offerto a cittadini e imprese la possibilità di regolarizzare autonomamente le violazioni anche dopo la constatazione da parte dei verificatori. Operazione che comporta il versamento di una sanzione pari a 1/5 del minimo.

 

Fonte “Italia Oggi”

 

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