Stralcio delle cartelle previsto nel Decreto fiscale

Sabato 20 ottobre il Consiglio dei Ministri ha riesaminato e approvato il decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia fiscale.  Oggetto di discussione sono state, tra l’altro, anche le norme in tema di pacificazione fiscale, essendosi resi necessari degli interventi finalizzati a:

  • escludere qualsiasi forma di non punibilità dei reati fiscali, di riciclaggio e di autoriciclaggio,
  • eliminare ogni riferimento alla possibilità di regolarizzare i capitali detenuti all’estero, impedendo ai contribuenti di integrare il quadro RW nell’ambito della “nuova” dichiarazione integrativa e escludendo il ravvedimento per l’Ivie e l’Ivafe,
  • circoscrivere le ipotesi di ricorso alla “nuova” dichiarazione integrativa, prevedendo il limite di 100.000 euro complessivo per singola annualità per poter regolarizzare le precedenti violazioni (la prima versione del decreto prevedeva infatti il limite di 100.000 euro per anno e per imposta),
  • potenziare la rottamazione dei debiti nei confronti dell’Agente della riscossione, affiancando alla già prevista rottamazione-ter un nuovo meccanismo di “saldo e stralcio” delle cartelle, a beneficio di coloro che presentano situazione di difficoltà economico-finanziaria.

In merito all’ultimo punto, Armando Siri, sottosegretario alle Infrastrutture, ha dichiarato alla stampa che la nuova rottamazione potrà prevedere degli stralci dal debito complessivo da pagare commisurati al reddito Isee (per le persone fisiche) e all’indice di liquidità (per le società). Più precisamente, secondo quelle che sono le misure annunciate, sarà possibile pagare con tre diverse aliquote: 6%, 10% e 25%.

Con specifico riferimento alle persone fisiche,

  • potranno accedere all’aliquota più bassa i contribuenti che presentano un reddito Isee fino a 15.000 euro;
  • la seconda aliquota sarà riservata invece a coloro il cui reddito Isee è inferiore a 22.000 euro
  • ed infine la terza aliquota potrà essere prevista a beneficio di coloro che hanno un reddito fino a 30.000 euro.

Lo stesso meccanismo potrebbe inoltre guidare la definizione degli importi da pagare da parte delle società: in questo caso l’indicatore di riferimento sarà l’indice di liquidità, il quale consentirà di beneficiare dell’aliquota più bassa nel caso in cui sia inferiore a 0,3, dell’aliquota del 10% se inferiore a 0,6 e, infine, dell’aliquota del 25% se inferiore allo 0,8%.Il totale dovuto, così come rideterminato, potrà essere quindi saldato in 10 rate mensili.

In questo modo, secondo quanto dichiarato dallo stesso Armando Siri, i contribuenti potranno saldare il debito complessivo nei confronti dell’Agente della Riscossione, conservando tuttavia un reddito non inferiore al c.d. “reddito di cittadinanza”, ovvero 9.370 euro.

L’annunciato “saldo e stralcio” delle cartelle, tuttavia, non è contemplato nell’attuale formazione del decreto fiscale, essendo stato previsto un emendamento in sede di conversione: non resta quindi che attendere per verificare quelle che saranno le novità che effettivamente entreranno in vigore.

 

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