Versamenti Unico 2019, proroga al 22 luglio anche per minimi e forfettari

La proroga dei versamenti del 1° luglio allarga il raggio d’azione e punta a coinvolgere oltre 5 milioni di partite Iva. Nel perimetro oltre ad autonomi, ditte e società soggette per il primo anno ai nuovi Isa (indicatori sintetici di affidabilità fiscale), sono destinati a entrare anche minimi e forfettari e una serie di contribuenti “collegati” a chi deve compilare le pagelle fiscali come, ad esempio, i soci di società di persone e quelli di Srl in trasparenza o i collaboratori di imprese familiari. Un primo passaggio formale al Dpcm che sposta il termine di versamento di fatto al 22 luglio è arrivato con la firma del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. L’iter ufficiale dovrà essere completato con la firma anche del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e la successiva registrazione alla Corte dei conti prima dell’approdo finale in Gazzetta Ufficiale. E al premier ha scritto ieri il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti (Cndcec) Massimo Miani, sottolineando che la proroga è «insufficiente» e chiedendo che gli Isa vengano considerati solo facoltativi e non obbligatori per quest’anno.

La versione beta del software

La firma del ministro Tria è arrivata proprio nel giorno in cui l’agenzia delle Entrate ha pubblicato sul proprio sito la versione beta del software degli Isa. Una versione i cui risultati, come mette in rilievo la stessa amministrazione finanziaria, «non hanno il carattere di ufficialità e non possono essere utilizzati per la predisposizione della dichiarazione annuale dei redditi relativa al periodo di imposta 2018». Il mosaico sarà definitivamente completo (con ogni probabilità già entro lunedì 10 giugno) anche con la possibilità per gli intermediari delegati di accedere ai dati storici del contribuente. In questo modo, di fatto, si potrà arrivare al voto finale delle pagelle fiscali, utile a capire se l’impresa o l’autonomo possono accedere ai vantaggi del regime premiale. Vantaggi che sono graduali per chi consegue un voto a partire dall’8 mentre chi si ferma alla sufficienza o va addirittura sotto rischia di finire nelle liste dei soggetti a rischio controlli.

 I versamenti con lo 0,40%

 

Tornando alla proroga, però, il Dpcm firmato ieri da Tria ricalca a grandi linee quello adottato nel 2016 che, appunto, si estendeva, oltre che ai contribuenti soggetti (all’epoca) a studi di settore, anche a una serie di contribuenti “collegati” a questi ultimi e a professionisti e mini-imprese nel regime dei minimi e dei forfettari. Questi ultimi, tra l’altro, potrebbero essere notevolmente aumentati quest’anno non solo per effetto delle nuove aperture di partite Iva 2018 ma anche per il passaggio al regime dopo i requisiti più ampi previsti dall’ultima legge di Bilancio.

Le richieste dei commercialisti

Per i commercialisti che, in una lettera indirizzata al ministro Tria il 23 maggio, avevano chiesto una proroga dei versamenti al 30 settembre, il differimento dei termini non può essere ritenuto sufficiente. Preso atto del «gravissimo e intollerabile ritardo», il presidente del Cndcec Massimo Miani ha chiesto stavolta al premier Conte di rendere meramente facoltativa l’applicazione degli Isa e la compilazione dei modelli per il 2019: «È necessario un intervento risolutore – ha concluso Miani – che ponga definitivamente i contribuenti e i professionisti che li assistono nelle condizioni di effettuare gli adempimenti fiscali e di svolgere il proprio lavoro con la dovuta serenità e diligenza professionale, senza essere costretti a estenuanti straordinari».

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