Ecobonus 110% – sconto in fattura o cessione credito

L’articolo 121 del Decreto legge n. 34, convertito con modiche con la legge n. 77 del 17 luglio, prevede che la detrazione spettante per definiti interventi (di cui al comma 2) possa essere tramutata in due opzioni:

  • nel cosiddetto “sconto in fattura”, fino all’importo massimo del corrispettivo dovuto;
  • in un “credito d’imposta cedibile” di valore pari a quello della detrazione originaria che può essere ceduto a terzi.

Sconto in fattura

La prima opzione, quella dello sconto in fattura, è gestita dal fornitore che esegue gli interventi; in pratica, nella fattura di vendita, che conterrà l’indicazione dell’importo della fornitura e dell’iva (calcolata sul totale della fornitura), a piè di documento il fornitore indicherà l’importo dello sconto applicato.

Il valore dello sconto è pari a quello della detrazione spettante, ad esempio:

  • per un intervento che beneficia della detrazione 50%, il cliente finale cede la detrazione spettante al fornitore a fronte dello sconto praticato (50% dell’importo fattura): il cliente finale quindi pagherà solo la parte residua rimanente.
  • per un intervento superbonus con detrazione al 110% lo sconto praticato sarà del 100% dell’importo della fattura e il cliente non pagherà nulla!

Un esempio semplice potrebbe essere che il fornitore dei beni emette la fattura e il cliente effettua il pagamento del totale fatturato e cede il credito alla propria banca.

A garantire ai contribuenti la possibilità di effettuare i lavori in casa a costo zero (o quantomeno ridotto) è lo sconto in fattura, meccanismo con il quale l’impresa o il fornitore anticipa la spesa per poi recuperare il bonus del 110% come credito d’imposta da usare in compensazione.

Esiste la possibilità, richiamata nella circolare N.24/E dell’Agenzia, che il fornitore dei beni e servizi possa applicare uno sconto “parziale”: in questo caso il cliente finale cederà solo parte della detrazione spettante e di conseguenza il fornitore avrà la medesima parte come credito d’imposta disponibile; ad esempio, per un intervento ecobonus 110% con valore totale (iva inclusa) di 30.000€, il fornitore può applicare uno sconto di 10.000€.

Di conseguenza, il cliente porterà in detrazione 22.000€ (in 5 anni) e il fornitore vedrà assegnato un credito d’imposta di 11.000€ (sempre in 5 anni).

Cessione del credito

I beneficiari della detrazione fiscale (i cliente finali) possono optare, in alternativa, per la cessione di un credito di imposta di pari ammontare; i cessionari del credito possono essere qualsiasi soggetto, compresi istituti di credito e intermediari finanziari.

Diverso è invece il meccanismo della cessione del credito: in tal caso, il contribuente paga la spesa dei lavori all’impresa, salvo poi poter optare per la cessione dell’ecobonus del 110% ad altri soggetti, comprese le banche.

 

I due strumenti possono essere utilizzati in alternativa alla fruizione ordinaria della detrazione fiscale che, per quel che riguarda il super bonus del 110%, è ripartita in cinque rate annuali.

 

Arrivati a questo punto dovrebbe essere chiara la differenza tra sconto in fattura e cessione del credito.

Quella più lampante consiste nel fatto che, almeno idealmente, lo sconto in fattura consente di avviare progetto di riqualificazione energetica della propria abitazione anche a chi non ha liquidità sufficiente per pagare le spese.

 

La cessione del credito, sia per l’ecobonus del 110% che per le detrazioni ordinarie, consente invece di recuperare prima l’importo della detrazione fiscale riconosciuta, ma presuppone che il contribuente paghi le spese dei lavori effettuati dall’impresa.

La scelta ultima dipende dunque dall’impresa. Lo sconto in fattura è da sempre oggetto non solo di grande entusiasmo, ma anche di critiche aspre soprattutto da parte delle piccole imprese edili. Queste infatti difficilmente possono farsi carico dell’anticipo del totale della spesa sostenuta dal contribuente, ed oltre al problema di liquidità, c’è il rischio di creare un sistema tutto a vantaggio dei grandi player del settore.

Per sopperire a queste criticità, il decreto Rilancio ha previsto una novità importante per le imprese: queste potranno cedere il credito d’imposta maturato ad altri soggetti, banche comprese, per recuperare in via immediata l’importo anticipato.

Un meccanismo che su carta appare perfetto, e che sembra convenire sia al contribuente che alle imprese. Si attende il passaggio dalle parole ai fatti per capire se sarà davvero così.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.