Svizzera fuori dalla blacklist

La Svizzera sarà eliminata dalla blacklist italiana degli stati fiscalmente privilegiati ai fini Irpef. Intesa anche sui lavoratori frontalieri in smart working, da applicare fino al 30 giugno 2023 .

Ieri la consigliera federale Karin Keller-Sutter (presente a Roma con una delegazione di Governo per aprire la prima ambasciata Svizzera in Santa Sede) e il ministro delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti hanno firmato una dichiarazione politica per eliminare Berna dalla blacklist creata da Roma nel 1999. Nello stesso accordo, i due ministri hanno deciso per una soluzione transitoria sui lavoratori frontalieri in smart working da applicare fino al 30 giugno 2023. Mentre, proprio ieri, le commissioni finanze ed esteri della Camera si sono riunite per approvare l’accordo sul trattamento fiscale dei lavoratori frontalieri, già approvato dal Senato a febbraio. Durante il colloquio, il ministro delle finanze italiano Giorgetti si è infatti dimostrato fiducioso che nelle prossime settimane sarà finalizzato l’iter legislativo di ratifica. In Svizzera l’accordo è stato approvato dalle Camere federali già nel marzo del 2022. Blacklist. Il paese alpino si trova ancora all’interno della lista degli stati fiscalmente privilegiati ai fini Irpef (decreto 4/05/1999 del ministro delle finanze) in vigore dal 24/02/2014. Secondo tale lista “si considerano altresì residenti, salvo prova contraria, i cittadini italiani cancellati dalle anagrafi della popolazione residente ed emigrati in stati o territori aventi un regime fiscale privilegiato”. I soggetti passivi Iva dovevano inoltre comunicare all’Agenzia delle entrate i dati relativi alle operazioni effettuate fino al 2016 con operatori economici con sede nei territori a fiscalità privilegiata, tuttavia, dal 2017 l’obbligo è stato soppresso (art. 4, co. 4, lett. d) del dl 193/2016, convertito con modificazioni dalla legge 225/2016). Ora, l’eliminazione della Svizzera toglie “un ostacolo amministrativo nelle relazioni fiscali tra i due paesi”, riporta un comunicato del Consiglio federale svizzero.

Smart working. I due ministri hanno deciso per un accordo amichevole in materia di telelavoro che sarà firmato non appena l’Italia avrà varato le basi legali per lo stralcio della Svizzera dalla blacklist. L’accordo comprende una soluzione transitoria, valida dal primo febbraio al 30 giugno 2023 relativa all’imposizione del telelavoro per i frontalieri ai sensi dell’accordo del 1974. La Svizzera aveva concluso accordi già con la Francia sullo stesso tema. I due paesi avevano infatti deciso per una “Dichiarazione congiunta relativa all’istituzione di un accordo provvisorio applicabile ai lavoratori transfrontalieri al fine di ottenere norme fiscali permanenti per il telelavoro”.

Frontalieri. A Roma, Il 23 dicembre 2020, Svizzera e Italia avevano firmato un nuovo accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri e un Protocollo che modifica la convenzione per evitare le doppie imposizioni. L’accordo sostituisce il precedente del 1974 e risponde all’esigenza di aggiornare e adeguare il quadro giuridico-fiscale al fine di eliminare le doppie imposizioni sui salari, gli stipendi e le altre remunerazioni analoghe ricevute dai lavoratori frontalieri. Inoltre, a differenza del precedente, il testo disciplina anche il trattamento economico dei frontalieri svizzeri che lavorano in Italia. I redditi degli italiani guadagnati oltre-confine saranno tassati per l’80% in Svizzera, si dovrà poi presentare la dichiarazione dei redditi in Italia. Sarà quindi eliminato il regime che prevedeva una totale tassazione in Svizzera, con il conseguente versamento dei ristorni fiscali ai comuni di frontiera. L’accordo prevede anche un regime transitorio per i lavoratori frontalieri residenti in Italia che lavorano in Svizzera o che vi hanno lavorato a partire dal 31 dicembre 2018, ai quali si applica il regime di tassazione esclusiva in Svizzera fino alla data di entrata in vigore dell’accordo. I vecchi frontalieri continueranno quindi a essere assoggettati ad imposizione esclusivamente in Svizzera. In cambio, la Svizzera verserà fino alla fine del 2033 una compensazione finanziaria a favore dei comuni italiani di confine pari al 40% dell’imposta alla fonte prelevata dalla Svizzera. Dopo questa data, la Svizzera conserverà la totalità del gettito fiscale. Inoltre, una clausola dispone che siano previste consultazioni ed eventuali adeguamenti periodici in materia di smart working

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