Detrazioni Irpef sugli affitti: vantaggi e requisiti per il 730/2025

Le detrazioni fiscali per gli affitti supportano inquilini, lavoratori trasferiti, giovani e studenti fuori sede a recuperare parte del canone corrisposto. L’importo varia in base al reddito e al tipo di contratto. Non sono, inoltre, cumulabili con il contributo fondo affitti.

I soggetti che vivono in una casa in affitto possono usufruire di alcune importanti detrazioni Irpef nel 730/2025 sui canoni di locazioni corrisposti. I benefici si rivolgono principalmente a chi vive in affitto nella propria abitazione principale, indipendentemente dal tipo di contratto (libero o concordato). Tali agevolazioni sono pensate anche per i lavoratori dipendenti che si trasferiscono per esigenze professionali, per i giovani tra i 20 e i 31 anni e per gli studenti fuori sede. Va evidenziato che, tali detrazioni non determinano alcuna riduzione del canone di affitto da corrispondere al locatore, ma attraverso tali strumenti l’inquilino può recuperarne una parte. Affitti su abitazione principale in caso di contratto a canone libero – La normativa fiscale prevede una detrazione per chi ha un contratto di locazione a canone libero, stipulato o rinnovato secondo la L. 431/1998.

L’agevolazione varia in base al reddito complessivo: 300 euro per chi ha un reddito fino a 15.493,71 euro (incluso quello soggetto a cedolare secca); 150 euro per chi ha un reddito tra 15.493,71 euro e i 30.987,41 euro (sempre includendo la cedolare secca). Affitti su abitazione principale in caso di contratto a canone concordato – La normativa fiscale prevede una detrazione per gli inquilini che vivono in un immobile destinato ad abitazione principale e hanno un contratto di locazione a canone concordato, in base alla L. 431/1998. L’importo varia in funzione del reddito complessivo: 495,80 euro per chi ha un reddito fino a 15.493,71 euro (compreso quello soggetto a cedolare secca); 247,90 euro per chi ha un reddito tra 15.493,71 euro e i 30.987,41 euro (sempre includendo la cedolare secca).

Concordato preventivo biennale: impatto sul bilancio 2024

Le imprese interessate al concordato preventivo biennale (CPB), principalmente contribuenti di dimensioni medio-piccole, devono tenere conto di implicazioni specifiche sia nella determinazione dell’onere fiscale sia nella rappresentazione in nota integrativa.

Il meccanismo del CPB si basa sulla determinazione forfettaria e vincolante del reddito imponibile per un biennio, indipendentemente dal risultato contabile dell’esercizio. Questa impostazione genera una naturale disconnessione tra il risultato economico determinato secondo i principi contabili nazionali (civilistico) e l’imponibile fiscale. Questa asimmetria assume una particolare rilevanza in bilancio, in quanto incide su:

– determinazione dell’onere fiscale corrente;

– rappresentazione della fiscalità differita;

– informativa ex art. 2427 c.c. e secondo i criteri del principio contabile OIC 25.

Nel caso in cui il bilancio venga redatto in forma ordinaria, l’OIC 25 (par. 93) impone di presentare una riconciliazione tra l’onere fiscale teorico (applicato al risultato ante imposte) e l’onere fiscale corrente determinato secondo le regole tributarie. Per le imprese che aderiscono al CPB, questa informativa diventa cruciale. Infatti, poiché l’imposta è calcolata su un reddito predefinito e non sul risultato d’esercizio, in questo caso sarà necessario spiegare chiaramente la natura di questa divergenza nella nota integrativa. È opportuno specificare che l’onere fiscale deriva da un’imposizione presuntiva concordata e non dalla base imponibile ordinaria.

Bonus elettrodomestici

Il comma 3-bis, aggiunto dalla Camera, interviene sull’iter di attuazione del cd. bonus elettrodomestici, previsto dalla legge di bilancio 2025, eliminando il riferimento alla nuova classe energetica B come soglia minima di efficienza per l’acquisto (e quindi per l’erogazione del contributo) e rinviando a un decreto interministeriale l’individuazione degli elettrodomestici ad elevata efficienza energetica ai fini del corrispondente smaltimento dell’elettrodomestico sostituito di classe energetica inferiore a quello nuovo. Si prevede inoltre che la gestione dei contributi avverrà tramite la piattaforma informatica gestita da PagoPa, mentre le attività istruttorie, di verifica e controllo, saranno svolte da Invitalia: tali costi gestionali graveranno sui 50 milioni disponibili ai sensi della citata legge di bilancio, entro il limite del 3,8%. Il bonus elettrodomestici, fino a 200 euro, sarà erogato con sconto in fattura, verrà applicato direttamente al momento dell’acquisto e si potrà ottenere per i dispositivi di tutte le classi energetiche, a condizione che siano stati prodotti all’interno dell’UE. L’acquirente potrà giovare dell’agevolazione fiscale nei limiti del 30% del costo di acquisto del bene, per un importo non superiore ai 100 euro per ciascun prodotto. Tale limite viene innalzato a 200 euro se il nucleo familiare del compratore ha un ISEE inferiore ai 25.000 euro

Superbollo 2025

I possessori di autovetture e autoveicoli per il trasporto promiscuo di persone e cose con potenza superiore a una determinata soglia devono versare un’addizionale erariale sulle tasse automobilistiche. I parametri del tributo, originariamente introdotto dall’art. 23, c. 21 D.L. 6.07.2011, n. 98, sono stati modificati dall’art. 16, c. 1 D.L. 201/2011.

L’addizionale è pari:

– a 10 euro per ogni chilowatt di potenza superiore ai 225 kw per il 2011;

– a 20 euro per ogni chilowatt di potenza superiore ai 185 kw a partire dal 2012.

L’addizionale è ridotta dopo 5, 10 e 15 anni dalla data di costruzione del veicolo (che salvo prova contraria coincide con la data di immatricolazione), rispettivamente, al 60%, al 30% e al 15%, e non è più dovuta decorsi 20 anni dalla data di costruzione.

Tali periodi sono calcolati a decorrere dal 1.01 dell’anno successivo a quello di costruzione. Il versamento deve essere effettuato utilizzando il modello “F24 elementi identificativi”.

Ateco 2025: le indicazioni del Fisco e del Registro delle Imprese

Dal 1.04.2025 è ufficialmente entrata in vigore la nuova classificazione delle attività economiche Ateco 2025, con implicazioni dirette su dichiarazioni fiscali e pratiche amministrative.

Con la risoluzione 8.04.2025 n. 24/E, l’Agenzia delle Entrate ha illustrato gli effetti operativi della transizione dal punto di vista degli adempimenti di natura fiscale: come prima cosa, viene precisato che non è necessario presentare alcuna dichiarazione di variazione dati Iva ai sensi degli artt. 35 e 35-ter D.P.R. 633/1972, né ai sensi dell’art. 7, c. 8 D.P.R. 605/1973. Inoltre, viene precisato che i contribuenti possono verificare in autonomia il codice Ateco “aggiornato”, accedendo alla propria area riservata sul sito dell’Agenzia delle Entrate (Cassetto fiscale – Consultazioni – Anagrafica).

Dal 1.04.2025, ogni atto o dichiarazione fiscale deve riportare obbligatoriamente il nuovo codice Ateco 2025. Pertanto, i soggetti che presentano una prima dichiarazione di inizio, variazione o cessazione dell’attività dovranno utilizzare fin da subito i nuovi codici. Questo vale anche per specifici adempimenti legati a normative settoriali, come nel caso della comunicazione per accedere al credito d’imposta ZES unica.

Diverso è il canale da utilizzare a seconda della tipologia di contribuente: le imprese iscritte al Registro delle Imprese devono trasmettere la variazione attraverso la piattaforma ComUnica di Unioncamere, mentre tutti gli altri operatori devono avvalersi dei modelli dichiarativi messi a disposizione dall’Agenzia (AA5/6, AA7/10, AA9/12 o ANR/3 a seconda dei casi).

La valutazione fiscale delle criptovalute

L’Agenzia delle Entrate, con la risposta all’interpello 21.03.2025, n. 78, ha ribadito che le componenti positive o negative, derivanti dalla valutazione di fine anno delle cripto-attività, non concorrono alla formazione del reddito d’impresa ai fini fiscali. L’Agenzia delle Entrate ha precisato che l’art. 110, c. 3-­bis del Tuir, introdotto dall’art. 1, c. 131 della legge di Bilancio 2023, stabilisce che: ”In deroga alle norme degli articoli precedenti del presente capo e ai commi da 1 a 1-ter del presente articolo, non concorrono alla formazione del reddito i componenti positivi e negativi che risultano dalla valutazione delle cripto-attività alla data di chiusura del periodo di imposta a prescindere dall’imputazione al conto economico”. Ne deriva che il citato c. 3-bis dell’art. 110 del Tuir costituisce una deroga in toto all’applicazione della disciplina contenuta nell’art. 92 del Tuir.

Infatti, come precisato nel paragrafo 3.5 della circolare 30/E/2023, ”per ragioni di ordine logico-sistematico, i fenomeni di valutazione o di quantificazione concernenti le cripto-­attività devono essere oggetto di apposite variazioni ­ a seconda dei casi ­ in aumento o in diminuzione, nelle ipotesi in cui tali asset siano rilevati in bilancio come:

– beni immateriali, in relazione agli eventuali ammortamenti relativi al maggiore valore non riconosciuto ai fini fiscali rispetto al valore di iscrizione;

– rimanenze di beni materiali o di attività finanziarie classificate nell’attivo circolante, con riferimento alle variazioni di cui all’articolo 92 e 94 del Tuir;

– attività finanziarie immobilizzate, in relazione alle rettifiche di valore di cui agli articoli 94 e 110 del Tuir”.

Bilancio 2024 e assemblee a distanza per tutto il 2025

Anche la campagna bilanci 2024 comincia il suo corso, giova quindi ricordare i termini per convocare l’assemblea per l’approvazione appunto del bilancio al 31.12.2024:

  • 30.04.2025 (120 giorni dalla chiusura dell’esercizio), termine ordinario;
  • 29.06.2025 (180 giorni dalla chiusura dell’esercizio), termine straordinario, ossia dettato da particolari esigenze che determinano un differimento di ulteriori 60 giorni (es. valutazione delle partecipazioni in altre società di cui si attende il bilancio, cambiamento del programma gestionale informatico di supporto, partecipazione a operazioni straordinarie, calamità, furti, incendi, ecc.).

Per quanto riguarda le modalità di svolgimento dell’assemblea per l’approvazione del bilancio vi è stato un ulteriore differimento rispetto allo scorso 31.12.2024 per facilitare lo svolgimento delle assemblee a distanza anche in deroga alle diverse previsioni statutarie.

L’art. 3, c. 14-sexies D.L. 202.2024 (decreto Milleproroghe) ha prorogato la possibilità di svolgere l’assemblea da remoto, pertanto non solo convocata ma anche effettivamente tenuta, per tutto il corso del 2025. In particolare, il voto può avvenire anche in via elettronica o per corrispondenza o per consultazione scritta o consenso espresso per iscritto e l’intervento all’assemblea può avvenire anche mediante mezzi di telecomunicazione che garantiscano l’identificazione dei partecipanti e la partecipazione.

Fringe benefit fabbricato in locazione, uso o comodato al lavoratore

Il fabbricato concesso in locazione, uso o comodato al lavoratore subordinato costituisce un elemento retributivo in natura. Occorre quantificare il benefit concesso determinandone il valore normale del bene, in questo caso, o comunque del servizio in quanto costituisce un reddito per il lavoratore. Il valore normale è il prezzo o corrispettivo mediamente praticati per i beni e servi della stessa specie o similari, in condizione di libera concorrenza e al medesimo stadio di commercializzazione, nel tempo e nel luogo più prossimi.

Nel momento i cui si attribuisce l’alloggio o l’abitazione occorre determinare:

– l’incidenza sugli elementi retributivi come il trattamento di fine rapporto e l’indennità sostitutiva del preavviso: per l’incidenza su altri elementi retributivi occorre far riferimento a quanto previsto dal Contratto collettivo nazionale di lavoro applicato in azienda;

– l’incidenza sulla base imponibile contributiva.

Per determinare la retribuzione imponibile occorre verificare la tipologia e la destinazione d’uso dell’immobile:

1. alloggio ad uso strumentale allo svolgimento dell’attività lavorativa con obbligo, in capo al dipendente, di dimorarvi come ad esempio accade ai custodi o ai portieri;

2. alloggio ad uso non strumentale ovvero senza obbligo di dimora in capo al lavoratore.

OBBLIGO PEC PER GLI AMMINISTRATORI SOCIETA’

 Il MIMIT ha diffuso la nota n 43836 del 12 marzo 2025 con i primi chiarimenti relativi all’obbligo di PEC per gli amministratori di società introdotto dalla Legge di Bilancio 2025 in vigore dal 1° gennaio.

Tra i chiarimenti, la Nota evidenzia che le imprese già costituite al 1° gennaio possono provvedere all’adeguamento al nuovo adempimento entro il 30 giugno 2025

Ogni amministratore, indipendentemente dal ruolo specifico ricoperto all’interno della società, dovrà dotarsi di una PEC e comunicare il relativo indirizzo al Registro delle Imprese territorialmente competente, affinché il dato possa essere inserito nella visura camerale della società di cui fa parte. Nelle società governate da un amministratore unico è sufficiente che l’unico amministratore attivi una casella PEC personale mentre per le società con organi amministrativi collegiali, tutti i membri del consiglio, inclusi il presidente e i consiglieri, dovranno dotarsi di una PEC personale

Presentazione domanda di ammissione alla rottamazione-quater

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, con comunicato stampa del 11.03.2025, ha reso nota l’approvazione e la messa a disposizione dell’applicativo telematico per chiedere la riammissione alla definizione agevolata (rottamazione-quater). Si ricorda che i contribuenti, che al 31.12.2024 avevano piani di pagamento decaduti dalla definizione agevolata, possono presentare la domanda di riammissione esclusivamente online entro il 30.04.2025.